giovedì 25 giugno 2009

Quando le virtù prevalgono sui vizi

25/06/2009 -
Non sappiamo ancora quanto ci sia di vero nell'inchiesta barese sul giro di escort di lusso che sarebbe stato organizzato per allietare le feste nelle residenze di Berlusconi. Di certo non saranno le rivelazioni scottanti di Patrizia D'Addario sulla notte a pagamento trascorsa, così dice, con il Cavaliere a configurare fatti penalmente rilevanti al punto da mettere in imbarazzo il premier. Ci vuole ben altro, anche perché le cronache recenti su simili scandali, o presunti tali, ci raccontano il più delle volte di accuse sgonfiate fino a scadere al rango di mero gossip. Per carità, ci sta anche questo.
Dei personaggi pubblici fanno notizia più i vizi che le virtù, e non è un caso se Silvio Berlusconi sia ora l'oggetto preferito dei pettegolezzi e delle pruriginose curiosità degli italiani. Prima di lui, vi sono stati numerosi precedenti storici.
Secondo le cronache dei tempi, Giulio Cesare non fu certo un chierichetto tutto casa e famiglia. Persino su uno statista come Camillo Benso di Cavour si narravano presunte perversioni sessuali poco consone al ruolo istituzionale e alla flemma sabauda del personaggio.
Per non parlare di alcuni presidenti degli Stati Uniti. Come J.F. Kennedy, al quale sono state attribuite pulsioni da grande donnaiolo; e Bill Clinton, che nello Studio Ovale della White House, ovvero il posto di comando dell'uomo più potente del mondo, si rallegrava delle premure di una stagista grassottella e neppure tanto carina.
Eppure, tutti questi "viziosi peccatori" hanno fatto la storia del mondo, conservando nei secoli l'autorevolezza che si sono conquistati nella vita pubblica.
In questo momento Berlusconi è l'uomo di potere del Paese. E persin ovvio che sia finito nella centrifuga mediatica e che i suoi avversari politici continuino a soffiare sul fuoco dello scandalo. La magistratura è giusto che faccia il suo lavoro.
Per il resto, l'ultima parola spetterà alla storia.

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