' LA LEGGE SULLE PENSIONI STRAVOLTA DAI PARTITI'
Repubblica — 03 novembre 1995 pagina 20 sezione: CRONACA
GROSSETO - Nilde Iotti ha maturato la pensione di partito da quando aveva 25 anni. Bettino Craxi figura come dipendente del garofano da quando aveva 18 anni. Pierre Carniti ne aveva 17. Sergio D' Antoni matura la pensione dall' età di 17 anni, Alessandro Natta aveva 27 anni, Giorgio Napolitano trentatré, Achille Occhetto era diciottenne, Ottaviano Del Turco aveva appena quattordici anni e molto probabilmente anche i pantaloni corti, l' ex ministro democristiano Franca Falcucci e il dirigente dello Scudocrociato, Bartolo Ciccardini. E via con tutti i grandi nomi della politica e del sindacato. Dal dopoguerra a oggi. Ognuno di loro è un pezzo di storia. Uno ad uno stanno saltando fuori dalla lista dei quattromila e 500 beneficiari della legge Mosca. Entrata in vigore nel ' 74 era una grande sanatoria per attivisti di partito, sindacati e cooperative: potevano riscattare per la pensione gli anni del lavoro a nero. Secondo il procuratore circondariale di Grosseto Pietro Federico molti hanno usufruito della legge facendo passare per lavoro le attività del semplice volontariato. E sono quasi diecimila in Italia i beneficiari minorenni. Il secondo motivo che giustificherebbe l' indagine è che quella legge è stata in realtà abusata: doveva durare due anni, fino al ' 76, è stata prorogata fino all' 80 ma ancora un mese fa, prima che scoppiasse l' inchiesta, sono arrivate domande. Tutte approvate. Federico ha sequestrato nella sede dell' Inps, dei principali partiti e del ministero del Lavoro tutte le oltre quarantamila pratiche. Per la sua inchiesta a Grosseto sta controllando le posizioni di 470 persone (30 sono indagati) e ogni giorno sforna una decina di interrogatori. Ma 95 procure in Italia hanno ricevuto i dati dei beneficiari della legge nelle rispettive province. E ogni giorno saltano fuori nomi illustri. Qualche esempio. La ex presidente della Camera Nilde Iotti, classe 1920, ha riscattato con la legge Mosca gli anni dal 1945 al 1963, gli stessi che ha richiesto Alessandro Natta, classe 1918, segretario del Pci fra Berlinguer e Occhetto. Ottaviano Del Turco, nato nel 1944, ha riscattato la pensione dal febbraio 1959. L' ex segretario generale della Cisl Pierre Carniti ha chiesto di riscattare gli anni fra il 1953 e il ' 58. Aveva 17 anni. Il segretario della Cisl Sergio D' Antoni sta maturando la pensione, sempre grazie alla legge Mosca, da quando aveva 18 anni. Così hanno fatto Craxi e Occhetto. Nell' elenco figurano anche Giorgio Napolitano, Piero Larizza, Antonio Pizzinato, Bruno Trentin, Antonio Bassolino e Armando Cossutta. L' ex deputato socialista Giovanni Mosca, papà della legge, oggi vive nel Chianti. E commenta amaro. "La legge era giusta. Non mi sono mai pentito. Calcolammo allora che in Italia ci fossero circa 7-8000 persone in questa situazione. All' inizio quasi la metà delle domande fu bocciata. A esaminare le pratiche era una commissione del ministero del Lavoro, composta da funzionari dello Stato e dell' Inps e da rappresentanti di alcune grosse organizzazioni sindacali. Ma la legge doveva durare solo due anni: anche per la sua breve vita la chiamavano legge Mosca. Invece fu subito prorogata senza adeguare i sistemi di controllo. Potevo immaginare che fosse stata usata in modo disonesto ma non mi aspettavo che si fosse arrivati a cifre così colossali".
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/11/03/la-legge-sulle-pensioni-stravolta-dai.html
Repubblica — 03 novembre 1995 pagina 20 sezione: CRONACA
GROSSETO - Nilde Iotti ha maturato la pensione di partito da quando aveva 25 anni. Bettino Craxi figura come dipendente del garofano da quando aveva 18 anni. Pierre Carniti ne aveva 17. Sergio D' Antoni matura la pensione dall' età di 17 anni, Alessandro Natta aveva 27 anni, Giorgio Napolitano trentatré, Achille Occhetto era diciottenne, Ottaviano Del Turco aveva appena quattordici anni e molto probabilmente anche i pantaloni corti, l' ex ministro democristiano Franca Falcucci e il dirigente dello Scudocrociato, Bartolo Ciccardini. E via con tutti i grandi nomi della politica e del sindacato. Dal dopoguerra a oggi. Ognuno di loro è un pezzo di storia. Uno ad uno stanno saltando fuori dalla lista dei quattromila e 500 beneficiari della legge Mosca. Entrata in vigore nel ' 74 era una grande sanatoria per attivisti di partito, sindacati e cooperative: potevano riscattare per la pensione gli anni del lavoro a nero. Secondo il procuratore circondariale di Grosseto Pietro Federico molti hanno usufruito della legge facendo passare per lavoro le attività del semplice volontariato. E sono quasi diecimila in Italia i beneficiari minorenni. Il secondo motivo che giustificherebbe l' indagine è che quella legge è stata in realtà abusata: doveva durare due anni, fino al ' 76, è stata prorogata fino all' 80 ma ancora un mese fa, prima che scoppiasse l' inchiesta, sono arrivate domande. Tutte approvate. Federico ha sequestrato nella sede dell' Inps, dei principali partiti e del ministero del Lavoro tutte le oltre quarantamila pratiche. Per la sua inchiesta a Grosseto sta controllando le posizioni di 470 persone (30 sono indagati) e ogni giorno sforna una decina di interrogatori. Ma 95 procure in Italia hanno ricevuto i dati dei beneficiari della legge nelle rispettive province. E ogni giorno saltano fuori nomi illustri. Qualche esempio. La ex presidente della Camera Nilde Iotti, classe 1920, ha riscattato con la legge Mosca gli anni dal 1945 al 1963, gli stessi che ha richiesto Alessandro Natta, classe 1918, segretario del Pci fra Berlinguer e Occhetto. Ottaviano Del Turco, nato nel 1944, ha riscattato la pensione dal febbraio 1959. L' ex segretario generale della Cisl Pierre Carniti ha chiesto di riscattare gli anni fra il 1953 e il ' 58. Aveva 17 anni. Il segretario della Cisl Sergio D' Antoni sta maturando la pensione, sempre grazie alla legge Mosca, da quando aveva 18 anni. Così hanno fatto Craxi e Occhetto. Nell' elenco figurano anche Giorgio Napolitano, Piero Larizza, Antonio Pizzinato, Bruno Trentin, Antonio Bassolino e Armando Cossutta. L' ex deputato socialista Giovanni Mosca, papà della legge, oggi vive nel Chianti. E commenta amaro. "La legge era giusta. Non mi sono mai pentito. Calcolammo allora che in Italia ci fossero circa 7-8000 persone in questa situazione. All' inizio quasi la metà delle domande fu bocciata. A esaminare le pratiche era una commissione del ministero del Lavoro, composta da funzionari dello Stato e dell' Inps e da rappresentanti di alcune grosse organizzazioni sindacali. Ma la legge doveva durare solo due anni: anche per la sua breve vita la chiamavano legge Mosca. Invece fu subito prorogata senza adeguare i sistemi di controllo. Potevo immaginare che fosse stata usata in modo disonesto ma non mi aspettavo che si fosse arrivati a cifre così colossali".
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/11/03/la-legge-sulle-pensioni-stravolta-dai.html
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