sabato 10 ottobre 2009

Gino Strada

Il nobel per la pace del 2009 è stato assegnato a Barack Obama, uomo che finora non ha fatto nulla per meritarselo, e che anzi è a capo della più grande potenza militare del mondo, e risulta impegnato in due guerre, Afghanistan ed Iraq, e minaccia di aprirne una terza in Iran.Questo premio è l’ulteriore esempio di gratifica con un nobel di un personaggio i cui meriti non sono effettivi ma ideologici, quindi fondati sull’adesione alla corrente del “pensiero unico” progressista. Sarebbe facile riportare altri casi di figure, o figuri, insigniti di nobel per la pace, ma qui si preferisce ricordare succintamente un soggetto che è stato candidato a tale premio, pur non avendolo vinto, e che è italiano: Gino Strada.Questi durante gli anni della “contestazione” era stato un membro di spicco del famigerato e violentissimo Movimento Studentesco del l'Università Statale di Milano. Questa era un’organizzazione di estrema sinistra, il quale si auto-definiva “stalinista”, al punto da gridava nelle proprie manifestazioni “viva Stalin, viva Berja, via la Ghepeu”, in questo modo inneggiando sia al dittatore georgiano, sia al più noto dei suoi capi dei servizi segreti. Questo movimento disponeva del più organizzato e pericoloso fra tutti i “servizi d’ordine”, in realtà reparti paramilitari, di quegli anni, i cosiddetti “katanga” o “katanghesi”.I “katanghesi” avevano un armamento individuale uniforme ed accuratamente predisposto dai loro capi: il casco da combattimento, le "caramelle", ossia sassi nelle tasche (con l’obbligo di portarli sempre con sé), e la cosiddetta “penna", la famosa Hazet 36 cromata, una chiave inglese d'acciaio lunga quasi mezzo metro che andava nascosta sotto l'eskimo o nelle tasche del loden, tipici segni di riconoscimento degli estremisti comunisti dell’epoca. Questi estremisti avevano infine selezionato la Hazet 36 dopo aver scartato altri strumenti di offesa, quali i manici di piccone, le mazze ecc., poiché avevano sperimentato direttamente che presentavano rispetto alla chiave inglese una minore efficacia. La “penna” aveva anche il vantaggio aggiuntivo di facilitare la difesa in caso d’arresto, poiché si poteva tentare di giustificarla quale “strumento di lavoro”.I “katanghesi” non erano soltanto armati, ma molto bene organizzati e disciplinati, con una serie di reparti inquadrati da comandanti ed una disciplina interna molto severa. Manovravano sulle piazze e nelle vie in formazioni serrate ed ordinate, di centinaia e centinaia di uomini, simili all’assetto da battaglia di una coorte romana. Accadeva sovente che non fosse la polizia ad attaccarli, ma al contrario che fossero i “katanga” a caricare la polizia con estrema violenza. Oltre alla polizia ed ai carabinieri, il Movimento Studentesco assaliva gli avversari di destra, e giudicava nemici praticamente tutti gli altri movimenti di sinistra di quegli anni: Avanguardia Operaia, Lotta Continua, Lotta Comunista (con cui si ebbe a Milano uno scontro di straordinaria violenza), ed altri ancora. Persino i primi gruppi di Comunione e Liberazione, del tutto pacifici, furono vittime della violenza del “Movimento Studentesco”.Gino Strada era membro di tale organizzazione paramilitare stalinista, ed aveva anzi un ruolo importante. Il capo supremo dei “katanga” era Luca Cafiero, ed al di sotto della sua autorità esistevano i vari comandanti subordinati, ognuno con un reparto ai propri ordini: si trovavano ad esempio Mario Martucci ed il suo gruppo "Stalin"della Bocconi, Franco Origoni per la squadra di Architettura, Roberto Tuminelli alla guida del gruppo "Dimitroff" (il comunista che forse incendiò il Reichstag) e molti altri ancora. Fra queste squadre spiccava quella dal nome “Lenin”, tratta dalla facoltà di Medicina e Scienze, ed alla cui guida si trovava proprio Gino Strada. La squadra “Lenin”, che aveva ricevuto un nome così illustre nella storia del comunismo, era giudicata da Luca Cafiero quale la più fidata ed aggressiva, costituendo in tal modo una sorta di unità scelta.Questo è il passato, per nulla pacifico, anzi sicuramente illegale ed eversivo (alcuni direbbero criminale) di Gino Strada, che ora si definisce pacifista e si presenta quale una sorta di missionario laico. E’ degno di nota che il dottor Strada ha definito “delinquenti politici” i suoi avversari e critici, dopo essere divenuto responsabile di una grossa associazione dal notevole fatturato come “Emergency” (società sedicente “no profit”, e sviluppatasi grazie a finanziamenti ed aiuti di vario tipo).