domenica 14 giugno 2009

Cossiga scrive a Napolitano

GIUSTIZIA: COSSIGA, CSM INSIDACABILE PER ANM E POLITICA DEBOLE
(AGI) - Roma, 13 giu. - "L'Associazione Nazionale Magistrati e' riuscita per la debolezza della politica a far attribuire ai membri del Consiglio Superiore la prerogativa dell'insindacabilita': e a chi davanti alla Corte Costituzionale ha obiettato che si trattava di materia costituzionale, questo giudice politico ha risposto che il fatto che la stessa prerogativa fosse stata attribuita ai membri del Parlamento e della stessa Corte con norme costituzionali, non si opponeva che potessero essere attribuite anche con legge ordinaria, perche' non si trattava altro che di deroghe alle norme sulla punibilita' disciplinata da le norme ordinarie contenute dei codici penale e di procedura penale". E' una delle argomentazioni rivolte da Francesco Cossiga in una lettera a Giorgio Napolitano nella lettera in seguito alle dimissioni di alcuni membri del Csm in polemica con il ministro della Giustizia "che ha posto in luce come tutte le nomine da parte del Consiglio dei capi degli uffici di procura siano 'lottizzate' tra le varie correnti presenti in questo organo". Il senatore a vita ricorda tra l'altro che "le sinistre, dopo che l'Assemblea Costituente aveva respinto la proposta avanzata dal Partito Comunista di far eleggere i giudici e i pubblici ministeri dal Popolo, come gia' avveniva in molti Cantoni della Confederazione Elvetica e Stati degli Stati Uniti d'America, si batterono per l'introduzione del sistema proporzionale per l'elezione dei membri togati del Consiglio Superiore" e aggiunge che "anche in sede di Sezione per i Giudizi Disciplinari le condanne, rare..., e le assoluzioni, quasi di rito!, erano per cosi' dire trattate tra le correnti". Il Presidente emerito della Repubblica osserva che il Csm "si e' auto attribuito competenze non previste da alcuna norma di costituzionale o anche solo ordinaria: quella di esprimere il proprio avviso su atti legislativi del Parlamento, quella di censurare con propri atti di controllo politico atti, comportamenti e indirizzi del Parlamento, del Governo e dei partiti quella di 'aprire' e poi 'decidere' 'pratiche a tutela' di singoli magistrati che si sentano offesi da giudizi di politici e parlamentari anche espressi in sedi parlamentari e cosi' via". Cossiga annota anche che "era chiarissimo che l'unico potere del Capo dello Stato nei confronti del Parlamento, era quello di poter rinviare alle Camere una legge gia' approvata, e sempre con atto controfirmato dal Presidente del Consiglio, ma non di pronunciarsi su un provvedimento legislativo in corso di esame, o di parlare pubblicamente in materie politiche: economia, finanza, politica estera se il suo dire non fosse stato concordato preventivamente con il ministro competente. Ed io per averlo fatto mi beccai, e giustamente! una proposta di 'impeachment' da parte del Partito Comunista. Ma i miei erano tempi diversi". (AGI) Bal
http://www.diritto-oggi.it/archives/00041737.html

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