domenica 24 maggio 2009

L'opposizione cipria e merletti

domenica 24 maggio 2009, 07:00
L’OPPOSIZIONE CIPRIA E VELENI
di Maria Giovanna Maglie

Nell’accanimento con il quale una sinistra sparpagliata di leader senza seguito, direttori di giornali livorosi, magistrati faziosi, intellettuali poco occupati, vignettisti che non trovano la satira, conduce la campagna di odio e calunnie contro il presidente del Consiglio, c’è sicuramente tutta l’eredità storica di una formazione politica composita che un tempo fu anche forza, ma che anche allora sceglieva, in questo profondamente unita, il metodo leninista dell’attacco personale e della distruzione della persona invece della battaglia politica a viso aperto, della definizione di un’agenda alternativa credibile di governo.

La storia della seconda Repubblica cominciò così, un golpe giudiziario mediatico che prese il posto della vittoria dell’alternanza, e quando ai vecchi avversari, agli statisti illuminati che furono eliminati, distrutti dalla vergogna di Tangentopoli, si sostituì provvidenzialmente l’iniziativa politica di Silvio Berlusconi e la gloriosa macchina da guerra della sinistra fu sconfitta, allora cominciò l’attacco personale costante, continuo, sordo. Sono passati quindici anni, hanno anche vinto elezioni, hanno governato, l’ultima volta per meno di due anni e con pessima figura, eppure il metodo non cambia.

Anzi, più i sondaggi li puniscono, più la prospettiva del giudizio popolare nel voto del 6 e 7 giugno si fa rischiosa, insomma più sono disperati, più in basso cadono nel delirio accusatorio, tentando di far vedere anche agli italiani, i quali in maggioranza secca li rifiutano, che ripongono fiducia in un mostro, anzi il Mostro, sognando, anzi vaneggiando, che votino non per loro ma contro di lui. Ultima venne la cipria, un segreto tremendo che evidentemente il premier voleva nascondere, e che una gloriosa fotografa ha scoperto, rivelando così che all’uomo piace presentarsi in pubblico con il viso opaco, a posto, invece che sanamente unto e lucido, di fronte alle telecamere.
Fuor di battuta, perché c’è poco da scherzare, l’elenco delle polemiche pretestuose e dei falsi scandali ha preso interamente il posto dell’azione politica dell’opposizione italiana. È sconcertante, anche se il declino non stupisce chi li osserva da decenni, incapaci di rifondarsi e di riformarsi, inetti alla scelta più semplice e naturale che a suo tempo avrebbero dovuto compiere: diventare autenticamente socialdemocratici. Oggi gli tocca correre dietro ad Antonio Di Pietro, vedremo con quali risultati.
Oggi gli tocca fingere, ancora una volta come se gli italiani fossero un branco di fessi, che è materia da impeachment, da dimissioni, sostenere, come ha fatto il premier nel discorso agli imprenditori, che il nostro Parlamento necessita di riforma urgente, perché è pletorico, seicentotrenta deputati e trecentoquindici senatori per un Paese di sessanta milioni di abitanti, perché le due Camere si occupano delle stesse cose, perché tra gli eletti ci sono persone che non si vedono mai, e quelle che ci sono spesso votano leggi che non conoscono, gravate da centinaia di emendamenti, per le quali decide il capogruppo. Non c’è forza politica che negli ultimi anni non abbia sollevato le stesse argomentazioni, non c’è fondazione o pensatoio che non sudi la riforma del Parlamento, e la necessità, sull’esempio del resto d’Europa e del mondo democratico, di attribuire maggiori e più veloci poteri all’esecutivo e al suo capo, che è eletto e non designato, ma se lo dice Berlusconi allora è golpe.
L’elenco può tediare, ma è utile farlo per ricostruire la pochezza, la risibilità, delle ragioni «contro» di cui si nutre l’opposizione. È cominciata con il terremoto in Abruzzo, una disgrazia terribile nella quale l’immagine e la funzione del governo, la rapidità di risposta e assistenza, la presenza solidale e non formale, l’urgenza delle decisioni intraprese per la ricostruzione, l’impegno assunto con date precise per le nuove case, sono state sotto gli occhi di tutti. L’impatto positivo è stato tale da convincere in un primo momento il partito Democratico a un atteggiamento responsabile, ma è durata poco, il tempo di un Anno Zero, e di un Santoro incensato dopo gli attacchi pretestuosi e ingenerosi rivolti ai volontari e alla protezione Civile. All’Aquila si terrà il G8, perché la popolazione colpita dal terremoto non viene dimenticata, anzi è all’attenzione dei Grandi del mondo, ma all’Aquila si stanno dirigendo anche gli estremisti e i terroristi, i no global che hanno appena minacciato a Torino la riunione internazionale sull’Università, distruggendo e attaccando la polizia, e che sono stati difesi a spada tratta dagli esponenti dell’opposizione.
Il livore si è concentrato anche sulle vicende private e personali della vita del premier. È diventato argomento politico per un tempo e una intensità estenuanti la separazione dalla moglie, e poco conta che la signora abbia inappropriatamente scelto di esternare le sue amarezze e le sue decisioni, invece che al coniuge, ai familiari e all’avvocato, come di solito fanno le coppie, alle agenzie di stampa e ai giornali. Loro ci si sono gettati sopra, uno sciacallo non sarebbe stato capace di fare di meglio. Il livore ha gonfiato e gonfia ancora oggi di significati sospetti anche la partecipazione a una festa di compleanno. La ragazza Noemi è stata massacrata, un mostro sbattuto in prima pagina e chi se ne frega dell’onore perduto, ingannata, adulata con interviste finte buone, manipolata. Le proprietà della sua famiglia sono state rese pubbliche.

Accompagnata dalla madre ha partecipato alla festa del Milan, insieme ad alcune migliaia di altre persone, e le due sono finite sedute, ben lontane dal premier, vicino a un Fedele Confalonieri ignaro? Signori, l’indignazione monta, e si presentano interrogazioni, interpellanze parlamentari urgenti, laddove si dimostra quanto utile sia l’attività dell’istituzione medesima.
In articulo mortis un giudice ampiamente screditato e manifestamente fazioso ignora le dichiarazioni dell’imputato, l’inglese Mills, ed emette una sentenza che dovrebbe far ripiombare nel vortice giudiziario Berlusconi.
Queste sono le carte con le quali i partiti di opposizione si presentano alle prossime elezioni, europee e amministrative. Tanti auguri.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=353421

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