domenica 2 dicembre 2007

Terrorismo, Frattini: la minaccia esiste e resta alta


Terrorismo, Frattini: la minaccia esiste e resta alta
Calvi: sulla sicurezza i destini delle democrazie moderne
Roma (Simona Martini) - «Sui processi di sicurezza si giocano i destini delle democrazie moderne». Queste le parole del senatore Calvi per introdurre l’ultima giornata del convegno “Terrore e Democrazia” organizzato dal Centro alti studi per la lotta al terrorismo e la violenza politica (CeAS) e Arcipelago Italia. I rappresentanti delle istituzioni e funzionari dei diversi organi di polizia sono arrivati alle medesime conclusioni che possono essere riassunte nell’intervento del generale Nello Vitale dell’Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterna: «La maggiore preoccupazione dell’agenzia è l’estremismo jihadista. Al Qaida non ha posto linee temporali. La minaccia è destinata a durare nel tempo e si raggiungeranno obbiettivi concreti solo nel lungo periodo».
E la sfida contro il terrorismo non va combattuta a livello nazionale proprio perché gli attentatori beneficiano di strumenti democratici dei paesi europei, come l’asilo politico e il permesso di soggiorno con la conseguente libertà di movimento che gli deriva del trattato di Schengen.
«Siamo in un’ottica globale e integrata - ha continuato Vitale -. Non si può più prescindere dal collegamento fra le nazioni. Il rischio di attentati rimarrà medio-alto».
Il respiro europea della lotta al terrorismo è stata data dalla presenza e dalle parole del vicepresidente della Commissione europea e responsabile per giustizia, libertà e sicurezza, Franco Frattini.
«La minaccia terroristica – ha spiegato Frattini – esiste, resta alta, una minaccia seria e consistente. L’Unione europea ha bisogno di una strategia politica e non solo militare».
La ricetta proposta del vicepresidente della commissione prevede una stretta cooperazione con gli Usa, i partner nel mediterraneo e nel mondo arabo, il rafforzamento, anche grazie ad aiuti economici, delle istituzioni e dei governi più fragili dove fa più facilmente presa il radicalismo.
«Un accordo sulla disciplina del commercio – ha continuato Frattini - sarebbe un segnale importante. Non ci sarebbe più un Europa ricca ed egoista e l’Africa sfruttata. Bisogna rispettare i diritti fondamentali dell’uomo. Il diritto alla sicurezza, di prendere la metro o un aereo va bilanciata con il diritto ad un processo giusto, con il diritto alla riservatezza dei dati, con il diritto di essere detenuto in carcere in condizioni dignitose. Quando li violiamo è un altro strumento che offriamo alla propaganda».
Per quanto riguarda una dimensione più strettamente logistica il vicepresidente ha presentato nei giorni scorsi un pacchetto di misure che vanno dalla creazione banca dati europea degli esplosivi a un monitoraggio di internet gestiti entrambi da Europol.
Provocatorio e riflessivo invece l’intervento dell’onorevole Fini: «C’è un’unità sostanziale per le azioni di contrasto e repressione a livello militare. C’è un’unità più formale sulle letture di tipo economico-sociale e politico-culturale. Ogni volta che si parla di azione politica contro il terrorismo si esprime il concetto/dovere dell’occidente di esportare la democrazia. Dobbiamo chiederci se per democrazia si intende non solo il momento elettorale ma anche la condivisione di valori e principi e quanto i valori e i principi occidentali sono accettabili nel mondo islamico. Il dubbio e che non esista superiorità ma una politica rispettosa delle differenze toglierebbe acqua a quel pesce che è il terrorismo».

http://www.ifatti.com/articolo.asp?ID_ARTICOLO=4046

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