venerdì 30 novembre 2007

Militare si sacrifica per salvare i bambini dall'attacco kamikaze

Militare si sacrifica per salvare i bambini dall'attacco kamikaze di CARLO NICOLATO
È morto da eroe. Daniele Paladini, 35 anni, maresciallo del 2° reggimento del Genio Pontieri di Piacenza, aveva sentito da poco casa rassicurando la moglie Alessandra e la figlia Ilaria di 5 anni. La valle di Pagman dove lui si trovava, a circa 15 chilometri a ovest di Kabul è una zona tranquilla, per quanto possa esserlo qualsiasi metro quadrato in Afghanistan. Lì, il Genio Pontieri in forza alla missione Isaf stava costruendo un ponte. La popolazione era in festa, mancava solo una spalletta, e in tanti davano una mano per terminarla. I bambini erano scesi in strada festanti e avevano circondato i militari italiani al lavoro. Di guardia, tra gli altri, c'era Daniele. IL SACRIFICIO DI PALADINI Dicono che a un certo punto hanno visto un uomo che li ha insospettiti. Camminava solitario sul greto del fiume, sembrava si avvicinasse per chiedere informazione. «Usano queste tattiche subdole perché oramai si sentono accerchiati, alla fine» dice il portavoce della forza di sicurezza internazionale della Nato (Isaf), il capitano Alessandro Ciavarrella. Quell'uomo infatti era imbottito di 10 chili tra esplosivo, pezzi di metallo, viti, chiodi schegge. Non appena i soldati italiani si sono avventati su di lui per tentare di bloccarlo prima che raggiungesse la folla, si è fatto esplodere. Erano quasi le dieci del mattino. Nove afghani fra i quali 4 bambini sono morti sul colpo. «Ci rimettono sempre i bambini - aggiunge sconsolato Ciavarrella - sono loro le vere vittime dei Talebani». Dei militari solo Paladini giaceva a terra esanime. Hanno cercato di rianimarlo, ce l'hanno fatta. Sembrava salvo, parlava, forse non aveva ferite gravi. Poi improvvisamente la crisi. L'onda d'urto dell'esplosione gli aveva sconquassato il cuore che non aveva retto. Non è riuscito ad arrivare nemmeno all'ospedale di Kabul. Il capitano Salvatore Di Bartolo, il capitano Stefano Ferrari e il caporale maggiore scelto Andrea Bariani sono rimasti lievemente feriti. LE RIVENDICAZIONI IMPRECISE Il sacrificio di Paladini ha evitato che il bilancio della strage fosse ancora più pesante: «È stata una reazione immediata - ha spiegato Ciavarrella - che ha consentito l'individuazione dell'attentatore e il suo parziale isolamento». Secondo il governo afgano, che ha fermamente condannato l'attentato, si è trattato di un «brutale attacco contro l'umanità, l'Islam e la Stabilità dell'Afghanistan» con l'obiettivo di uccidere i militari dell'Isaf. Secondo il portavoce Isaf invece l'intenzione dell'attentatore era quella di fare più morti possibile tra la popolazione locale: «È quello il loro obiettivo». Quel che è sicuro è che il kamikaze era solo e ha agito da solo. Puntuale è arrivata la rivendicazione su un sito web talebano: «Oggi alle 10 uno dei nostri, Mustaffa, ha condotto un attacco contro le truppe italiane nell'area Bubel Chiani del distretto di Pagman che ha distrutto uno dei loro veicoli militari». Per la verità la rivendicazione appare un po' imprecisa, così come quella riportata dall'agenzia di stampa afghana Pajhwok alla quale un portavoce degli studenti coranici, Zabihulla Mujahid, avrebbe riferito che il kamikaze chiamato Mustaffa avrebbe ucciso 4 militari stranieri e distrutto un blindato. ERA NATO A LECCE Daniele Paladini era nato a Lecce e viveva a Novi Ligure. Paladini aveva già partecipato a due missioni all'estero: una nel maggio 2005 e la seconda nel novembre 2005 nel Kosovo. Era partito per l'Afghanistan nel luglio scorso; la missione per lui sarebbe finita il prossimo gennaio. La sua famiglia non ha avuto per ora la forza di parlare. Ma il generale di Brigata Meano, dopo una visita a Novi Ligure, ha assicurato di aver «trovato una famiglia forte nel dolore, stretta intorno alla bimba». La salma del maresciallo capo e gli altri tre militari feriti rientreranno oggi in Italia con due voli distinti diretti entrambi a Ciampino. Per Paladini sono previsti funerali solenni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è già espresso: «Il Paese gli è immensamente riconoscente». Romano Prodi, invece, ha incontrato i tre feriti italiani ieri sera ad Abu Dhabi, dove erano atterrati per uno scalo tecnico, mentre il premier era appena giunto per una visita ufficiale negli Emirati Arabi. «I militari sono in buone condizioni», ha detto il premier.
http://www.libero-news.it/libero/LP_showArticle.jsp?edition=25%2F11%2F2007&topic=4921&idarticle=89657258

1 commento:

ambra ha detto...

Daniele Paladini è il prototipo di quello che dovrebbero essere tutti gli Italiani, ciascuno nel loro campo d'azione.
Solo questi valori renderebbero migliore la nostra Patria