Analisi Difesa anno 8 numero 75 - 011 - ENDURING FREEDOM
IL GOVERNO HA DIMENTICATO I RINFORZI PER HERAT
di Gianandrea Gaiani
19 aprile - Ma che fine hanno fatto i rinforzi in truppe e mezzi destinati a raggiungere Herat al più presto?
L’acceso dibattito politico sul caso Mastrogiacomo, le questioni Telecom e Alitalia e la nascita del nuovo Partito Democratico sembrano aver fatto dimenticare a tutti la questione dei rinforzi forse perchè a causa della querelle sul ruolo di Emergency si sono create crepe ancora più profonde all’interno della maggioranza di governo. Eppure il ministro degli esteri., Massimo D’Alema, da New York aveva dichiarato il 20 marzo che “la guerriglia sta arrivando anche a Herat" e per le truppe italiane si profilano “momenti difficili”? E allora cosa aspetta il governo a inviare i rinforzi ?
La partenza dei velivoli teleguidati Predator, degli elicotteri d’attacco Mangusta, dei cingolati Dardo e di un pugno di fanti è stato al centro del dibattito politico fino alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa che il 2 aprile aveva recepito le proposte della Difesa indicando queste forze per aumentare le capacità di auto protezione del contingente italiano schierato nell’Afghanistan Occidentale.Un’area nella quale le truppe italiane e alleate sono sempre più esposte, come conferma anche il recente rapporto del SISMI, al rischio di attacchi e attentati terroristici. Il suggerimento del Quirinale deve però essere ratificato dal Consiglio dei ministri per divenire operativo ma la classe politica sembra aver dimenticato che alla sicurezza dei nostri militari che invece imporrebbe tempi stretti. Considerando il crescente coinvolgimento delle truppe italiane nelle recenti operazioni siamo già in netto ritardo per rafforzare i reparti in vista dell’annunciata offensiva talebana di primavera che sembra essere già cominciata Se il governo glissa sui rinforzi l’ala sinistra dell’Unione contesta l’invio degli elicotteri d’attacco Mangusta in Afghanistan. Un’interrogazione presentata dai senatori del PRC Giannini, Menapace, Martone e Del Roio al ministro della Difesa precisa che “l'utilizzo di tali mezzi sarebbe in netto contrasto con le regole d'ingaggio del contingente italiano, che non prevedono manovre d'attacco”.
Il rischio è quindi che per evitare ulteriori dissidi interni alla maggioranza il governo decida di posticipare ogni decisione in merito, anche perché l’ala sinistra dell’Unione, che pure ha votato il decreto di rifinanziamento della missione, è pronta a dare battaglia sul reperimento dei 20 milioni di euro necessari a sostenere i costi dell’invio dei rinforzi.L’ipotesi di un ritardo ad oltranza provoca preoccupazioni negli ambienti militari I reparti interessati stanno già preparando mezzi e personale destinati a rischierarsi in Afghanistan ma finora non sono arrivati dallo Stato Maggiore Difesa gli ordini relativi, che attendono ovviamente il via libera del governo. Considerando che per trasferire i mezzi a Herat si dovranno utilizzare cargo americani o affittare gli Antonov in Ucraina, i tempi per la piena operatività dei mezzi sono già slittati ben oltre l’inizio di maggio previsto inizialmente.I due teleguidati Predator e i cinque elicotteri Mangusta richiedono infatti un ampio supporto tecnico e logistico e oltre all’afflusso dei mezzi e del personale, ad Herat occorrerà assemblare hangar campali per la manutenzione ed effettuare voli d’ambientamento per velivoli ed equipaggi.
venerdì 30 novembre 2007
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