giovedì 6 novembre 2008

Gli amici di Hussein

Dal CORRIERE della SERA del 30 ottobre 2008:
WASHINGTON — Sceso in Florida, lo Stato americano dove il voto della comunità ebraica è rilevante, John McCain ha calato contro l'avversario la carta del «terrorismo».
Per farlo ha criticato il Los Angeles Times che non ha reso pubblico un video che mostra i contatti tra Obama e Rashid Khalidi, oggi professore alla Columbia University ma in passato legato all'Olp di Arafat.
Il quotidiano, che si è dichiarato a favore del democratico, ha replicato: non lo abbiamo diffuso perché questo era l'impegno preso con la «fonte» che ce lo ha fornito.
In realtà il quotidiano aveva tirato fuori la storia in aprile con un articolo che raccontava i contatti di Obama con Khalidi. Secondo il quotidiano erano compagni di cene, si frequentavano con le mogli.
E nel 2003 quando il professore ha lasciato l'università di Chicago, Obama lo ha festeggiato con un brindisi documentato dal video. In quell'occasione sarebbe stato presente anche l'altro amico scomodo: l'ex terrorista Bill Ayers. «Spero che negli anni a seguire continueremo a discutere... Una discussione che è necessaria non solo attorno al tavolo da pranzo di Mouna e Rashid ma attorno a questo mondo», sarebbero state le parole del candidato democratico.
Un non-perdiamoci- di-vista che per gli avversari contrasta con le dichiarazioni di Obama quando, nei mesi scorsi, ha cercato di prendere le distanze dal palestinese: «Non è uno dei miei consiglieri, è uno stimato professore anche se è fortemente in disaccordo con la politica di Israele».
Ed è questo il punto per gli accusatori.
Khalidi, nato a New York nel 1950 da padre palestinese e madre libanese, è stato accusato di aver svolto il ruolo di portavoce dell'Olp una ventina di anni fa e di aver diretto l'agenzia Wafa nei tardi anni '70 quando l'organizzazione era un nemico degli Stati Uniti.
Addebiti che Rashid ha sempre respinto, riconoscendo però il suo lavoro di consigliere della delegazione palestinese alla conferenza di Madrid (1991), appuntamento dove si parlava di pace e non di guerra.
Certamente il professore, durante il suo lavoro accademico, non ha rinunciato a denunciare «il sistema di apartheid» creato da Israele.
Per gli uomini di McCain è sufficiente per dimostrare le pericolose relazioni del democratico e denunciare il comportamento partigiano della grande stampa.
Un affondo che tiene conto di quanto «gira » su Internet, dove ambienti conservatori e alcuni gruppuscoli ebraici presentano una vittoria di Obama come «l'Apocalisse» .
E dunque i contatti con Khalidi e Ayers, secondo i detrattori, costituiscono la prova del pericolo incombente. Un messaggio che ha fatto proprio anche il mitico «Joe the plumber» (Joe l'idraulico) , l'uomo che per i repubblicani rappresenta l'americano medio.
Durante un comizio, una persona ha chiesto a Samuel Wurzelbacher — questo il vero nome di Joe — se il successo di Obama vuol dire la «fine di Israele », lui ha risposto sicuro: «Ne convengo».
7-11-2008

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