giovedì 6 novembre 2008

Discorso di John McCain


Grazie. Grazie, amici miei.
Grazie per essere venuti qui in questa bellissima serata in Arizona.
Amici, siamo giunti alla fine di un lungo viaggio. Il popolo americano ha parlato, e ha parlato chiaramente.
Un attimo fa, ho avuto l'onore di chiamare il senatore Barack Obama per congratularmi con lui. Congratularmi con lui per essere stato eletto prossimo Presidente del Paese che entrambi amiamo.[...] Il suo successo solitario impone il mio rispetto per la sua abilità e perseveranza.
Ma che sia riuscito a far questo suscitando le speranze di così tanti milioni di americani che un tempo hanno erroneamente creduto di avere una minima parte nell'elezione di un presidente americano è qualcosa che ammiro profondamente, e lo lodo per l'impresa.
Questa è un'elezione storica, e riconosco il significato speciale che ha per gli afro-americani e per l'orgoglio speciale che stasera devono avere.
Ho sempre creduto che l'America offra opportunità a chiunque abbia la laboriosità e la volontà di impadronirsene. Anche il senatore Obama lo crede. Ma entrambi riconosciamo che, sebbene ci siamo allontanati molto dalle vecchie ingiustizie che un tempo macchiavano la reputazione della nostra nazione e negavano a qualche americano la piena benedizione della cittadinanza americana, il loro ricordo ha ancora avuto il potere di ferire.
Le minoranzeUn secolo fa, l'invito a cena alla Casa Bianca che il Presidente Theodore Roosevelt rivolse a Booker T. Washington fu visto come un oltraggio in molti ambienti. L'America oggi è un mondo lontano dal crudele e pauroso bigottismo di quel tempo. Non c'è evidenza migliore di questo che l'elezione di un afro-americano alla presidenza degli Stati Uniti.[...]Il senatore Obama ha fatto una grande cosa per se stesso e per il suo Paese. Lo applaudo, e gli offro le mie sincere condoglianze per il fatto che la sua amata nonna non abbia vissuto per vedere questo giorno. [...] Obama ed io abbiamo avuto le nostre divergenze, le abbiamo discusse e lui ha prevalso.
Non c'è dubbio che molte di queste divergenze restano.
Questi sono tempi difficili per il nostro Paese. [...] Esorto tutti gli americani che mi hanno sostenuto a unirsi a me [...] ad offrire al nostro prossimo presidente il nostro sincero sforzo a trovare strade da percorrere insieme per trovare i compromessi necessari per appianare le nostre divergenze e aiutare a ristabilire la prosperità, difendere la sicurezza in un mondo pericoloso, e lasciare ai nostri figli un mondo più solido e migliore di quello che abbiamo ereditato. Qualsiasi siano le nostre divergenze, siamo compagni Americani. [...]
È naturale, stanotte, sentire un po' di delusione.
Ma domani, dovremo superarla e lavorare insieme per far muovere ancora il nostro Paese. Abbiamo combattuto il più duramente possibile.
E [...] l'insuccesso è mio, non vostro. Sono così profondamente grato per il grande onore del vostro supporto e per tutto quello che avete fatto per me. Speravo che l'esito fosse diverso, amici.La strada è stata difficile sin dall'inizio, ma il vostro supporto e amicizia non hanno mai vacillato.[. ..]
Sono specialmente grato a mia moglie, Cindy, ai miei figli, alla mia cara madre e a tutta la mia famiglia, e ai molti vecchi e cari amici che mi sono stati a fianco [...].
Sono sempre stato un uomo fortunato, e più che mai lo sono per l'amore e l'incoraggiamento che mi avete dato.Sapete, le campagne sono spesso più dure per la famiglia di un candidato che per il candidato, e questo è stato vero in questa campagna.
Tutto ciò che posso offrire in cambio è il mio amore e la mia gratitudine.
I ringraziamentiSono inoltre davvero grato al governatore Sarah Palin, una delle migliori conduttrici di campagne che abbia mai visto e un'imponente voce nuova nel nostro partito [...], a suo marito Todd e ai loro cinque splendidi figli. [...] Possiamo tutti guardare con grande interesse al suo futuro servizio all'Alaska, al Partito repubblicano e al nostro Paese.
A tutti i miei camerati in campagna, da Rick Davis e Steve Schmidt e Mark Salter, a ogni ultimo volontario che ha lottato così duramente e valorosamente, mese dopo mese, in ciò che a volte è sembrata essere la campagna più impegnativa dei tempi moderni, grazie di cuore.
Un'elezione persa non significa altro per me che il privilegio della vostra fiducia e amicizia.
Non so cosa avremmo potuto fare di più per provare a vincere. Lascerò che altri lo stabiliscano. Ogni candidato commette degli errori, e sono sicuro che io sono tra loro. Ma non voglio spendere un solo momento in futuro a rimpiangere quel che avrei potuto fare.
Questa campagna è stata e rimarrà il grande onore della mia vita, e il mio cuore non è pieno di altro se non gratitudine per l'esperienza e per il popolo americano che mi ha lealmente ascoltato prima di decidere che il Senatore Obama e il mio vecchio amico Senatore Joe Biden avrebbero dovuto avere l'onore di guidarci per i prossimi quattro anni.
Non sarei un americano degno di questo nome se mi rammaricassi per un destino che mi ha concesso lo straordinario privilegio di servire questo paese per mezzo secolo.
Oggi, sono stato un candidato per il più alto incarico nel Paese che amo così tanto. E stasera, resto suo servitore. [...]
Stanotte più di ogni altra notte, tengo stretto nel cuore nient'altro che l'amore per questo Paese e per tutti i suoi cittadini, che sostengano me o il Senatore Obama.Auguro la miglior fortuna all'uomo che è stato il mio avversario e che sarà il mio presidente. E chiedo a tutti gli americani, come ho spesso fatto in questa campagna, di non disperare delle nostre attuali difficoltà, ma di credere, sempre, nella promessa e nella grandezza dell'America, perché niente è inevitabile qui.
Gli Americani non abbandonano mai. Noi non ci arrenderemo mai. Non ci nasconderemo mai dalla storia. Noi facciamo la storia.

Grazie, e Dio vi benedica, e Dio benedica l'America.
Grazie mille a tutti.

(traduzione di Claudio Franceschini)

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