Il boomerang morale colpì anche il vecchio Pci
Giancarlo Lehner
Pubblicato il giorno: 16/07/09
Intervento
Caro Vittorio, induce a pena la sparatoria sulla Croce rossa, pardon, sulle perversioni sessuali del Pd. Fra l'altro, c'è il rischio di offrire a qualche malvissuto il destro di uscirsene con panegirici nostalgici a favore del defunto Pci, magari dipinto come partito serio, rigoroso, perbene e innervato di eticità. Per non dire della vecchia sinistra Dc, sulla cui moralità basterebbe chiedere ai patrioti sopravvissuti di Budapest o agli operai di Danzica, allibiti davanti ai nostri rossocrociati, prima, vocati a fraternizzare ed a trafficare coi carnefici; poi, a riempire le valigie di calze di nylon per comprare sotto costo sesso centro-est europeo.Il Pd, nel suo piccolo, non ha inventato niente e non possiede copyright alcuno, sia riguardo all'alcova usata come clava politica, sia rispetto ai vizi privati celati sotto pubbliche virtù. In tali arti, anzi, il Pci, ad esempio, fu maestro. Non mi riferisco ai crimini contro l'umanità, a quelli politici o finanziari e neppure alla colossale, organica e dialettica evasione fiscale, talora ai danni di più Stati, Urss ed Italia in primis. No, intendo proprio il sesso in tutte le sue varianti, a cominciare dal magistrale e cinico impiego del pettegolezzo, disciplina che è giunta sino ad oggi, per testare la resistenza dell'esecutivo Berlusconi.Noi, egregio Feltri, nel 1953-1954, stazionavamo innocenti dentro il grembiulino blu, ma erano i tempi in cui l'eros si apprendeva di straforo, perciò incuriosì anche noi scolaretti la morbosità pruriginosa dell'affare Wilma Montesi.I giornali di destra e di sinistra erano, infatti, riusciti a trasformare il malore, purtroppo con esito infausto, della povera Wilma, in una storiaccia di potenti, vip e ragazzine, con tanto di festini, orge e cocaina. Neanche il fatto che Wilma, dopo l'autopsia, risultasse vergine fece calare la micidiale campagna mediatica.Il Pci, come si legge nel saggio di Victor Ciuffa sulla dolce vita romana, mirò diritto al cuore della Dc, in vista delle elezioni del 1953 e per evitare lo spauracchio della cosiddetta «legge truffa». Scese in campo addirittura Togliatti, conclamato concubino e adultero, il quale pontificò, esortando alla castità, alla purezza e alla «lotta contro l'omertà e la corruzione». Ipocrita e stalinista, per essere libero di amare la Iotti, teneva prigionieri in Urss la moglie Rita e il figlio debole di mente, Aldo, e, intanto, batteva sulla questione morale, affinché «il regime clericale possa giungere ad un crollo».Fu proprio la stampa del Pci ad accusare Piero Piccioni, musicista jazz, figlio di Attilio, allora vicepresidente del Consiglio, ministro degli esteri, massimo dirigente Dc, in pista di lancio per la successione a De Gasperi.Quando il figlio Piero fu arrestato con l'accusa di omicidio colposo e di uso di stupefacenti, il padre Attilio fu costretto a dimettersi da tutte le cariche. Tuttavia, i comunisti non sanno fare i coperchi. Alcuni giornalisti di «Momento Sera», in quella medesima stagione di veleni, erano alle prese con la morte sospetta di «Pupa », una teatina di 22 anni. Da bravi segugi arrivano, infine, alla signora Margherita Fantini, tenutaria d'una casa d'appuntamenti in via Filippo Corridoni 15, Roma, quartiere Prati.Casa Fantini è il porto franco di tutte le perversioni sessuali. Lì, fra gli altri, vanno i mariti che amano rimirare la propria donna, mentre fa sesso con altri maschi o altre donne. Tra i perversi abituali c'è Giuseppe Sotgiu, presidente comunista della Giunta provinciale di Roma, docente universitario, principe del foro, distintosi come Savonarola rosso nel montare il caso Montesi contro la Dc. Togliatti in persona - coincidenza davvero beffarda - l'aveva voluto come presidente della Commissione per la riabilitazione dei minorenni.Ed ora proprio l'avvocato moralista viene beccato come guardone compiaciuto degli amplessi della propria moglie, con vari ragazzi, fra cui uno, forse, minorenne. Chi di alcova altrui ferisce, di sporcizia morale perisce.
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