giovedì 6 novembre 2008

Analisi sulla Vittoria di Barack Hussein Obama


Anselma Dall’Olio, al tg1, ha affermato di aver votato per Obama perché ha imparato dalla madre a votare l’alternanza.
Poco credibile. La realtà è molto più concreta.
Nel 2004, ancor prima del voto, sapevo che avrebbe vinto di nuovo ed in larga maggioranza Bush, malgrado i sondaggi favorevoli a Kerry. Un conoscente del Texas (con cui ero in contatto allora), addentro al sistema elettorale, conosceva il preciso numero delle schede elettorali a favore di Bush – le schede, negli Stati Uniti, vengono richieste dall’elettore a seconda della sua preferenza – per cui esortava a non dare retta ai sondaggi e ai media, soprattutto, italiani.
Sono andata a dormire alle 4 del mattino, sull’onda della vittoria di Obama sul 14% di schede spogliate negli Stati che contavano. Di fatto, sia Anselma Dall’Olio che i presenti nello studio ed in diretta sapevano già che il vincitore era Obama.
McCain si è prodigato fino all’ultimo, per assicurarsi una continuità e legittimità futura anche a favore dei suoi eredi politici.
La vittoria plebiscitaria di Obama dimostra l’insussistenza della surreale ipotesi/sorpresa fondata su elettori Democratici che non sarebbero più andati a votare per Obama a causa dei dubbi provocati dagli ultimi interventi di McCain.
La crisi economica è sì il fattore scatenante della vittoria di Obama, ma per le cause taciute, non per quelle note. Attribuita in toto, erroneamente, all’amministrazione Bush – mentre è dovuta a speculazioni al ribasso, all’inside trading e agli speculativi Hegde Funds (ad altissimo rischio, peraltro) che hanno fatto la fortuna di George Soros con cui ha abbattuto le economie di sei Stati negli anni ’90, assicurando tra l’altro la doppia presidenza Clinton – è stata una cinica strategia elettorale sulla quale è stato fondato il successo del voto Democratico.
Troppo tardi se ne sono accorti in casa Repubblicana, questo è il più grave peccato dell’amministrazione Bush. Forse, i Repubblicani, rigorosamente fedeli ai principi dei Padri Fondatori, non hanno voluto credere che si arrivasse all’uso di una politica finanziaria suicida negli Stati Uniti sull’onda dei disastri speculativi alle Borse estere degli anni ‘90.
L’affondo è arrivato proprio mentre la stella di McCain era in netta ascesa. Troppo tardi, e a danno fatto, è arrivata la determinazione a voler cambiare il sistema liberista delle piazze finanziarie.
E’ evidente che alcuni grandi capitali e la MidClass di casa Repubblicana hanno sacrificato McCain a causa di questo grave errore dell’amministrazione Bush che andava regolato al primo mandato. Malgrado McCain abbia avuto un ruolo rilevante nel fallimento dell’ormai illecita Lehman Brothers, dimostrando così la sua ferma intenzione di stabilire regole etiche e di trasparenza nel mercato borsistico, non gli è stata data fiducia, perché con la crisi economica aumentava l’elaborazione mediatica mitizzante e salvifica di Obama.
Di Obama conosciamo l’inesperienza in tutti i campi, perché da Governatore ha lavorato solo un anno.
L’unico dato concreto del suo impegno ci viene dal suo voto contrario al Senato sulla risoluzione che intendeva annoverare la Guardia Repubblicana Iraniana tra le organizzazioni terroristiche.
Sommato alle sue dichiarazioni in campagna elettorale sulla sua disponibilità a voler incontrare Ahmadinejad – poi ritrattato a favore di moderati (sic) iraniani – senza pre-condizioni, abbiamo la direzione nella quale intende muoversi il neo presidente.
Sull’impreparazione di Obama, viene replicato che Obama ha dei consiglieri eccezionali.
Chi sono?
Sono i guru che scatenano da decenni i campus universitari e l’intelligentia dell’élite Democratica nell’odio viscerale ad Israele.
Sono Carter e Brezinsky.
Di fatto, è il loro ritorno. Sono loro che tirano le fila dei grandi quotidiani Liberal che dominano il pensiero radical chic europeo filo arabo.
La Borsa stamani risponde male alla vittoria di Obama, dopo due giorni in ottima tendenza.
E’ un brutto segnale che va nel senso del detto: “chi di spada ferisce, di spada perisce”?
Tutto farebbe pensare che i Repubblicani impediranno alla “sporca” vittoria elettorale Democratica il decollo del trinomio Obama-Carter-Brezinsky in aggiunta ad un Congresso a maggioranza Democratica, costringendoli a scendere a pragmatiche alleanze. Attendo faville anche dai Clinton.
Barack, il Benedetto, viene salutato festosamente dalle folle musulmane e terzomondiste.
Così abbiamo, che coincidenza!, due Benedetti ai più alti vertici nello stesso periodo temporale. Obama si insedierà alla Casa Bianca il prossimo gennaio 2009. Nel frattempo, sarà presente al primo grande appuntamento internazionale: il G-8 insieme a Bush.
Vi parteciperà poi Bush, considerata la posizione di appeasement di Obama verso la Russia?
Che faranno i generali USA che ancora guidano sul terreno l’esercito in Afghanistan ed in Iraq? Intanto. Israele ieri ha condotto un raid a Gaza, uccidendo sei palestinesi di Hamas, per distruggere un tunnel – non per il contrabbando d’armi, basti vedere il luogo – scavato per la continuativa strategia di rapimento di soldati israeliani al confine.
Tra stanotte e stamani, una pioggia di razzi (20) da Gaza contro Sderot e Ashkelon ha salutato la vittoria di Obama. Nessun ferito per fortuna, ma choc tra i residenti.
Dopo due anni di silenzio, ieri si è fatto risentire Mohammed Deif il leader del braccio armato di Hamas, il pluriricercato terrorista responsabile della strage di decine di israeliani, incitando a continuare la guerra di distruzione di Israele.
L’Iran, oggi, ha denunciato la presenza di elicotteri americani troppo vicini al suo confine.
Da due giorni Hitzballah si dichiara contraria ai confini della Linea Blu tracciata dalle Nazioni Unite dopo il ritiro unilaterale di Israele dal Libano ed accettato, va sottolineato, all’unamità dai paesi confinanti.
Improvvisamente, ieri, il Bahrein ha detto di voler ripristinare l’ufficio del boicottaggio contro Israle.
Eccome, se costoro sapevano della vittoria di Obama!
Quanti capitali arabi ed islamici hanno concorso alla crisi economica americana per far eleggere Obama?!
Il prossimo aprile vedrà l’onta di Durban 2, da cui fin’ora si sono astenuti gli Stati Uniti insieme ad Israele ed al Canada.
Se la vittoria di McCain era proiettata ad un periodo difficile da risolvere, i tempi di Obama si pronosticano terribili.
Il peggio è già in atto, il prevedibile lo pagheremo tutto noi europei e pare anche l’Asia: sia economicamente che per un aumento conflittuale nel Mediterraneo, se non addirittura una guerra con effetto domino.
Sempre che non accada il miracolo di un risveglio tempista americano e di uno storico ribaltamento anche da parte di un elettorato tradito.
Intanto, le nostre piazze mediatiche e politiche esultano da stanotte per il populista Benedetto messia dell’islam, dei suoi amici e dei parassiti.
E sempre più ci accorgiamo di quale danno esercitino i media grazie all’ignoranza, ormai inconsapevole, delle masse.

Danielle Sussmann
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=26463

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