Siamo ormai agli sgoccioli, in America si vota oggi, anche se gia' milioni di cittadini americani aspettando pazientemente in fila hanno gia' votato grazie all' "early voting".
C'e gia' stato un grande afflusso di elettori nella passata settimana, perche' queste elezioni sono considerate come cruciali.
Anche per un osservatore neutrale, la battaglia fra i due contendenti Barack Obama e John McCain per la Casa Bianca e' stata impari sin dall'inizio.
Barack Obama e' il candidato del partito democratico, amato dai media e da tutte le celebrita', che si presenta come un messia infatuato di se stesso, che ripete all'infinito alla folla che gli fa eco, gli slogan: " We are the ones we have been waiting for" e "Yes, we can", preferito dalla quasi totalita' dei media, malgrado sia un candidato il cui passato non sia affatto chiaro e la cui personalita' e' un mistero anche per i giornalisti che lo hanno seguito adesso quasi da due anni. Con tutte le sue illiberali amicizie - non ultima quella di cui molto si discute in questi giorni con un professore palestinese, Rashid Khalidi della Columbia University, che sostiene che Israele e' una "Apartheid system in creation", con cui Obama era molto amico e compagno di merende sin dagli anni '90 a Chicago - ci si chiede chi veramente sia questo Barack Obama, anche se incredibilmente potrebbe divenire Presidente.
Ci si chiede anche come mai quello che e' stato definito il senatore piu' a sinistra (liberal) del Senato - quello che nel 2001 ha rilasciato un intervista dove deprecava che la Warren Court non fosse stata "progressista" abbastanza perche' non interpreto' nella Costituzione Americana la "giustizia economica e distribuitiva ("never ventured into the issues of redistribution of wealth and sort of more basic issues of political and economic justice in this society" Il Chicago Sun Times http://www.suntimes.com/news/huntley/1252150,CST-EDT-hunt31.article, parole in gergo della lotta di classe - possa poi nelle interviste al pubblico sembrare cosi' pacato cosi' centrista cosi' rassicurante.
Salvo poi fare una gaffe enorme nel rispondere a "Joe the Plumber" (l'idraulico) che il suo scopo e' appunto di ridistribuire le ricchezze.
John McCain e' il candidato del partito repubblicano, un vecchio leone e un eroe di guerra che si batte strenuamente per il suo paese, avversato fino alla derisione da tutte le televisioni cosiddette liberali.
In continuazione mettono in risalto, sbeffeggiandola, la goffaggine fisica di McCain, che e' dovuta ad una minorazione delle braccia, per le torture subite ad Hanoi, perche' rivelasse i segreti militari che gli aguzzini non riuscirono ad estorcergli.
I democratici dimenticano che il grande presidente democratico americano Franklin Delano Rooselvelt, si muoveva su una sedia a rotelle e che certo per questo non fu meno grande.
Non fatevi ingannare dall' aspetto di John McCain "I-saw-Putin-in-the-eye-and-I-saw-three-letters-KGB!"
Sara' minato nel corpo ma non nello spirito. In tutte le battaglie che ha mai fatto, lo davano per perdente, ma non per questo si e' arreso, anzi, famosamente e gloriosamente disse "preferisco perdere un'elezione che una guerra" riferendosi alla Guerra in Iraq, e se i nostri soldati stanno vincendo oggi lo dobbiamo anche a lui, perche' ha rifiutato di tirarsi indietro e ha mosso mari e monti perche' ai nostri soldati fosse permesso di impugnare la strategia vincente.
Amiamo la satira perche' e' sinonimo di democrazia, ma non ci piace quando bersaglia unidirezionalmente e ripetitivamente solo il candidato repubblicano e la sua vice Sarah Palin di cui senza pieta' gli avversari hanno detto peste e corna persino nei salotti televisivi, e questo si ripete disgustosamente ogni giorno.
C'e' del marcio sotto, come c'e' del marcio quando Barack Obama e' apparso come se gia' fosse stato investito della presidenza, seduto dietro uno scrittoio, il 31 ottobre in "prime time", nell'ora di maggior ascolto, su sette maggiori stazioni televisive a reti unificate, per chiedere il voto agli elettori al suono del canto patriottico "America The Beautiful".
E costoro sarebbero i cosi' detti liberali, dov'e' andato a finire il pluralismo dell'informazione e dove e' andato a finire il buon giornalismo, ce lo chiediamo!
Questa e' la piu' abietta propaganda indegna di una democrazia, che ci ha nauseati e ci ha fatto rivoltare lo stomaco, infuriati e memori della "par condicio" dei tempi d'oro di Marco Pannella ed Emma Bonino quando apparivano alla televisione italiana con il bavaglio sulla bocca, come dovrebbe apparire ora McCain che e' oscurato da tutti i media che la fanno da padroni, questo e' il piu' becero tentativo di lavaggio del cervello a cui speriamo che gli Americani si sottraggano e ci auguriamo lo respingano con il voto.
Abbiamo fiducia nel popolo americano che pratica la democrazia senza interruzione sin dalla fondazione degli Stati Uniti, il 4 luglio 1776, una democrazia basata sul principio del "Common Sense" di Thomas Paine, quel senso comune che e' ormai radicato nel pragmatismo americano, grazie a quel filosofo e giornalista che scrisse, stampo' e diffuse tra i coloni, il suo pamphlet di 47 pagine, venduto a centinaia di migliaia di copie e scritto con un eloquio semplice e accessibile a tutti, per informarli e prepararli alla rivoluzione contro la tirannide inglese e guidarli alla conquista dell'indipendenza e della democrazia, che avvenne senza gli eccessi e senza tanto spargimento di sangue, come avvenne invece in altre rivoluzioni.
Ci si deve piuttosto chiedere invece da dove Obama tiri fuori tutti quei milioni di dollari e chi lo finanzi per potersi permettere anche di spendere quella cifra iperbolica di denaro solo per quel suo messaggio a reti unificate della durata di mezz'ora.
Neanche il presidente Gorge Bush nel suo tradizionale " state of the Union Address" parla da sette reti unificate.
Di Obama sappiamo poco, non sappiamo con sicurezza dove sia nato, dove abbia frequentato le scuole inferiori e superiori, con quale passaporto abbia viaggiato all'epoca e chi abbia pagato per le sue ingentissime tasse all'Universita'.
Non sappiamo con chiarezza e nonostante la legge McCain-Feingold, chi siano coloro che lo sostengono con donazioni di denaro, ci si chiede se parte del denaro e' di provenienza straniera. Non e' ben chiaro il suo legame con ACORN, un organizzazione ormai investigata in parecchi stati per frode elettorale, tranne che si sa che Obama fu un loro rappresentante in quanto avvocato, e contribui' al loro "operato" anche in qualifica di "leadership trainer" e dono' $ 800,000 alle loro operazioni, inizialmente mascherando il pagamento come un pagamento per "stage, lighting or sound".
Il tutto e' tuttora un mistero!
Ma siamo tranquille che l' alba del 5 Novembre rinforzera' la nostra fiducia nei nostri concittadini, questo non e' un paese da lotta di classe, l' invidia delle ricchezze altrui non alberga qui.
Gli Hugo Chavez del mondo non ci affascinano.
Questo e' il paese dei guadagni col sudore della fronte, questo e' il paese dove tutti a prescindere dai propri natali e anche a prescindere dall' erudizione, possono divenire ricchi domani, se solo ci credono e lavorano duro per perseguire quel fine.
Questo e' il paese dove poliziotti e pompieri si sono lanciati in palazzi in fiamme e pericolanti per salvare coloro che lavoravano li'.
Ve l' immaginate un atto cosi' eroico in un paese di lotta di classe?
I poliziotti in tale paese chiederebbero cosa gli verrebbe in tasca a loro. Direbbero "tengo famiglia"!
No. John McCain vincera' il 4 Novembre.
Non ci saranno sondaggi che tengano.
E quelli che preferiscono una presidenza debole, e un'America pervasa dal malessere europeo della lotta di classe, del finto buonismo, delle tasse alle stelle e dell'antisemitismo di governo, rimarranno delusi.
Piera ed Emanuela Prister
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999930&sez=120&id=26451
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