domenica 16 dicembre 2007
UN MISTERO CHE ALLARMA IL PAPA
UN MISTERO CHE ALLARMA IL PAPA… 15.12.2007
Uno squarcio sul nostro futuro prossimo ?
E’ sorprendente ricevere una conferma tanto clamorosa e tempestiva da un’alta autorità come il cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e stretto collaboratore del Papa. Sabato scorso, su queste colonne, avevo segnalato un “dettaglio” allarmante contenuto nella recentissima enciclica pontificia “Spe salvi”: la menzione dell’Anticristo, tramite una citazione di Immanuel Kant. E’ assai raro oggi, nel mondo cattolico, sentir parlare di questo terribile personaggio profetizzato nel Nuovo Testamento. Colpisce ancor più vederlo evocare, in relazione ai tempi presenti, in un documento solenne come un’enciclica e da un papa così rigoroso, pacato e colto come Benedetto XVI.
Nell’articolo di sabato avevo ricordato che già il 27 febbraio scorso, nel più stretto entourage papale, si era riflettuto con il Pontefice su quell’inquietante profezia, durante gli esercizi spirituali predicati dal cardinal Biffi che citò “Il racconto dell’Anticristo” di Vladimir Solovev. Infine avevo rammentato che lo stesso Ratzinger, da cardinale, in un memorabile discorso tenuto a New York e a Roma, aveva citato quelle pagine.
Ma le parole pronunciate dal cardinal Dias sempre sabato scorso, poi pubblicate dall’Osservatore romano (fatto significativo), sono le più clamorose. Il prelato stava facendo la sua omelia nel santuario di Lourdes “per inaugurare, come inviato del Papa, l’Anno celebrativo del 150° anniversario delle apparizioni”. Si tratta delle apparizioni della Madonna a Bernadette Soubirous che iniziarono l’11 febbraio 1858.
Nella solenne circostanza l’inviato del Papa ha portato “il saluto molto cordiale di Sua Santità” e poi ha detto: “La Madonna è scesa dal Cielo come una madre molto preoccupata per i suoi figli... È apparsa alla Grotta di Massabielle che all’epoca era una palude dove pascolavano i maiali ed è precisamente là che ha voluto far sorgere un santuario, per indicare che la grazia e la misericordia di Dio superano la miserabile palude dei peccati umani. Nel luogo vicino alle apparizioni, la Vergine ha fatto sgorgare una sorgente di acqua abbondante e pura, che i pellegrini bevono e portano nel mondo intero significando il desiderio della nostra tenera Madre di far arrivare il suo amore e la salvezza di suo Figlio fino all'estremità della terra. Infine, da questa Grotta benedetta la Vergine Maria ha lanciato una chiamata pressante a tutti per pregare e fare penitenza e così ottenere la conversione dei poveri peccatori”.
Il cardinale ha inquadrato queste apparizioni nel “contesto della lotta permanente, e senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e le forze del male”. Una lotta che sembra arrivata, nella nostra generazione, all’epilogo finale, preparato dalla “lunga catena di apparizioni della Madonna” nella modernità, iniziate “nel 1830, a Rue du Bac, a Parigi, dove è stata annunciata l’entrata decisiva della Vergine Maria nel cuore delle ostilità tra lei ed il demonio, come è descritto nei libri della Genesi e dell’ Apocalisse”.
E’ un vero affresco di teologia della storia quello tracciato dal cardinale che richiama anche Fatima e – ritengo - Medjugorje: “Dopo le apparizioni di Lourdes, la Madonna non ha smesso di manifestare nel mondo intero le sue vive preoccupazioni materne per la sorte dell’umanità nelle sue diverse apparizioni. Dovunque, ha chiesto preghiere e penitenza per la conversione dei peccatori, perché prevedeva la rovina spirituale di certi paesi, le sofferenze che il Santo Padre avrebbe subito, l'indebolimento generale della fede cristiana, le difficoltà della chiesa, la venuta dell’Anticristo ed i suoi tentativi per sostituire Dio nella vita degli uomini: tentativi che, malgrado i loro successi splendenti, sono destinati tuttavia all'insuccesso”.
E’ una frase breve, ma folgorante questa del prelato: la Madonna è apparsa così frequentemente in questo tempo “perché prevedeva” una grande apostasia dalla fede, le persecuzioni alla Chiesa, la sofferenza del Papa e – testualmente – “la venuta dell’Anticristo”.
E’ una frase dirompente che si rifà, evidentemente, alle parole pronunciate dalla Vergine in qualcuna delle apparizioni citate.
Così l’inviato del Papa, parlando del nostro tempo, evoca di nuovo e pubblicamente l’ Anticristo a pochi giorni dall’uscita dell’enciclica. Nel Nuovo Testamento questa figura non si colloca necessariamente alla fine dei tempi. Gesù stesso preannuncia l’arrivo di “falsi cristi e falsi profeti” capaci di “indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” e profetizza “una grande tribolazione”, mai vista così terribile nella storia umana (Mt 24,24). San Paolo spiega che si verificherà l’ “apostasia” (2 Tes 2,3), ovvero l’abbandono di Dio e della Chiesa, quindi esploderà “la manifestazione dell’uomo iniquo”, “il figlio della perdizione”, colui che “nella potenza di Satana… si contrappone a Dio” fino a sedersi “nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio” (2 Tes 2, 3-4).
E’ un dominio quasi totale del Male sulla terra che viene qui preconizzato. Non si sa come, quando e per quanto. Uno scenario di orrore e di malvagità agghiacciante. I teologi discutono se sia un preciso individuo che viene preannunciato o un sistema di potenze. Ma colpisce in queste settimane sentirlo evocare con tanta insistenza accorata dalla Santa Sede, evidentemente anche in forza di “informazioni” (che Oltretevere si conoscono e si valutano) provenienti da “fonti” speciali, quali appunto i messaggi delle apparizioni mariane, di mistici e di rivelazioni private. Questi pronunciamenti pubblici mostrano con quanto allarme in Vaticano si guardi agli eventi mondiali. Del resto drammatico è anche il messaggio pontificio per la Giornata della pace del 1° gennaio prossimo, dove si mette in guardia dalle devastazioni morali (delle famiglie e della vita) e materiali (per esempio con gli immensi rischi della corsa alle armi nucleari).
Il quadro è cupissimo. Ma la Santa Sede non è un’entità politica e non valuta la situazione con uno sguardo solo terreno. Infatti vi è la certezza di poter contare su un aiuto “superiore”. Il cardinale Dias nella clamorosa omelia di sabato spiegava: “Qui, a Lourdes, come dovunque nel mondo, la Vergine Maria sta tessendo un’immensa rete nei suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del Maligno nel mondo intero, per chiuderlo e preparare così la vittoria finale del suo divin Figlio, Gesù Cristo. La Vergine Maria oggi ci invita ancora una volta a fare parte della sua legione di combattimento contro le forze del male”.
Il prelato ripete – se non fosse chiaro – che “la lotta tra Dio ed il suo nemico è sempre rabbiosa, ancora più oggi che al tempo di Bernadette, 150 anni fa” e “questa battaglia fa delle innumerevoli vittime”. Quindi rivela delle parole – forse inedite – pronunciate dal cardinale Karol Wojtyla il 9 novembre 1976, pochi mesi prima di essere eletto Papa: “Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l'abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e le Anti-Chiesa, tra il Vangelo e gli Anti-Vangelo”.
Parole clamorose. Una ulteriore conferma. Sembra evidente che il Vicario di Cristo e i suoi più stretti collaboratori conoscano qualcosa di più e desiderino preparare i cristiani a quella “lotta finale”. I loro ripetuti appelli a rispondere alla chiamata della Madonna sono già sufficienti per riflettere seriamente su ciò che sta accadendo e che accadrà alla Chiesa e al mondo. Un futuro prossimo che noi non conosciamo, ma che, spiega Dias, sarà vittorioso grazie a Maria. Come lei stessa annunciò a Rue du Bac: “Il momento verrà, il pericolo sarà grande, tutto sembrerà perduto. Allora io sarò con voi”.
Antonio Socci
da “Libero”, 14 dicembre 2007
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