martedì 16 giugno 2009

Analogie: Craxi - Berlusconi

Il ricordo: "Così colpirono anche mio padre"
[http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=359276]
di Stefania Craxi
Le parole del presidente Berlusconi al Convegno dei giovani industriali hanno suscitato indignate quanto ipocrite reazioni. La stampa nazionale, chiamata in causa a proposito del tentativo di eversione, ha negato invocando la libertà di stampa, ma ignorando che un giornalista incapace di distinguere fra verità e pettegolezzo non dovrebbe nemmeno esercitare la professione.
Ma è davvero inesistente il tentativo di eversione? La storia ci aiuta a capire, e la storia italiana dice che ogni volta che sulla scena si affaccia un leader capace di far funzionare la macchina dello Stato, togliendo potere alle lobbies, i tentativi di eversione si fanno avanti.
Vorrei invitare Paolo Franchi, che sul Corriere della Sera fa una specie di discorso di Antonio riconoscendo le ragioni di Berlusconi ma solo per rovesciargliele addosso, a ricordare - lui che quegli anni li ha vissuti - le molte e strette analogie con la storia di Bettino Craxi, contro il quale l’eversione c’è stata, tanto da costringerlo all’esilio ed alla morte precoce.
Stesso attacco concentrico stampa-magistratura (basti pensare a come è stata scritta ed a come è stata presentata dai giornali la sentenza Mills, come se Berlusconi, e non l’avvocato inglese, fosse stato condannato). L’anonimato dei poteri forti - ignoti ieri, ignoti oggi - che con i loro giornali menano le danze. La copertura politica all’eversione del Partito comunista ieri, del Partito democratico oggi. La violenta diffamazione personale, Craxi ladrone di tesori occulti, Berlusconi pedofilo, corruttore avido di beni pubblici.
Le uniche differenze stanno nel fatto che capofila contro Craxi era il Corriere della Sera, con La Stampa e La Repubblica al seguito, e oggi è stata invece La Repubblica a dirigere l’orchestra; l’altra differenza di gran peso, il diverso comportamento dei due presidenti della Repubblica, con Scalfaro parte attiva nella distruzione della Prima Repubblica (Napolitano non è Scalfaro). Saltiamo appena due o tre anni e andiamo al primo governo Berlusconi del ’94: che cos’è, se non un tentativo di eversione, l’avviso di garanzia portato al presidente del Consiglio a Napoli mentre presiedeva una conferenza internazionale contro la criminalità? Un avviso di garanzia pubblicato con titoli di scatola sulla prima pagina del solito Corriere della Sera ventiquattro ore prima di essere notificato al diretto interessato. Un avviso di garanzia per un reato dichiarato inesistente dalla stessa magistratura, naturalmente anni dopo.
E, continuando con gli interrogativi, che nome si dovrebbe dare alla garanzia data dal presidente Scalfaro a Bossi di non sciogliere le Camere consentendo così di compiere a man salva il ribaltone che avrebbe posto termine al governo Berlusconi? La triste verità è che il golpismo delle Brigate Rosse, anche se ha riempito le cronache di vittime innocenti, è un gioco da bambini rispetto al golpismo strisciante eternamente annidato sotto la politica italiana.
Silvio Berlusconi è un gran combattente; ha stravinto le elezioni e consolidato il potere del suo governo. Ma nessuno può illudersi di aver vinto per sempre un male che affonda le radici nella storia recente e passata del'Italia.
*Sottosegretario agli Esteri

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